Trattamento dei dispositivi elettronici per l’identificazione degli animali
Ambiente 2000, in collaborazione con L’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise e di Portici, ha progettato ed attivato un servizio di trattamento di rifiuti di dispositivi elettronici di identificazione degli animali, quali Boli ceramici a localizzazione gastrica con microchip, Marchi auricolari elettronici e Transponder iniettabili. Ambiente 2000 provvede al ritiro dei dispositivi presso i macelli ed è l’unico impianto autorizzato alla cancellazione dei dati presenti nei dispositivi.
L’identificazione degli animali: normativa e risultati
In merito all’obbligo dell’utilizzo dei dispositivi di identificazione elettronica degli animali, l’Italia, con l’emanazione della D.G.S.A.II/1763 del 30/03/2007, ha recepito la Decisione della Commissione 2006/968/CE del 15/12/2016 recante attuazione del Regolamento (CE) n.21/2004 del Consiglio. L’impiego di identificativi elettronici è attualmente obbligatorio in animali delle specie canina, ovina, caprina, negli equidi e in cinque regioni quali la Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna, anche nei bovini e bufalini.
Una costante opera di ricerca e sperimentazione, ha dimostrato in maniera oggettiva l’efficienza e l’efficacia dell’identificazione elettronica nei ruminanti domestici (Caja et al., 1999; Ribò et al., 2001; Ferri et al., 2001). Inizialmente giustificata dalla necessità di contrastare le frodi all’erogazione dei premi comunitari, questa pratica ha dimostrato, nel corso degli anni, di rappresentare uno strumento in grado di agevolare le attività dei Servizi Veterinari e contribuire al processo di tracciabilità delle produzioni di alimenti di origine animale.
Pertanto, tale pratica diventerà a breve obbligatoria anche nelle altre regioni italiane nonchè a livello europeo.